Il Cilento

Marina di Camerota (Sa).

(4 ÷ 14 Giugno 2020)

4 Giugno

Ore 06,50 Ritrovo dei Sig.ri partecipanti davanti al Teatro Solvay, carico bagagli e partenza alla volta della Campania. Soste d’obbligo lungo il percorso e pranzo in ristorante. Arrivo in Hotel a Marina di Camerota, sistemazione nelle stanze prenotate, cena e pernottamento.

Dal 5 al 13 Giugno

Pensioni complete in Hotel

Saranno effettuate le seguenti escursioni a:

– Palinuro

– Acciaroli / Pioppi

– Parco archeologico di Velia / Elea

– Certosa di San Lorenzo (Padula)

– Paestum e Castellabate

– Gita in barca da Marina di Camerota alla Baia degli Infreschi (facoltativa)

14 Giugno

Prima colazione in Hotel, carico bagagli e partenza in Bus.

Sosta per il pranzo in ristorante.

Dopo il pranzo, partenza per Rosignano Solvay, con arrivo previsto per le ore 20,45/21.00

 

Quota individuale di partecipazione . . . . . . 790,00 Euro

Supplemento Camera Singola . . . . . . . . . . .   200,00 Euro

La Quota di partecipazione è stata calcolata sulla base di 40 persone partecipanti; nel caso in cui il numero dei partecipanti iscritti risultasse inferiore al minimo previsto, prima di cancellare la gita sarà proposta, ai singoli partecipanti, una rivalutazione della quota del vettore.

 

Modalità di pagamento . . . . . . . . . 100,00 Euro all’atto dell’iscrizione

Entro e non oltre il 21 Febbraio 2020 ulteriori 100,00 Euro

La rimanenza entro l’8 Maggio 2020

 

La Quota Comprende:

– Bus Gt a disposizione per tutta la durata della gita

– Trattamento di pensione completa, comprese le bevande (acqua e vino) in ottimo Hotel 3 Stelle Superiore con sistemazione in camere doppie con servizi privati

– Pranzi in ristorante nei viaggi di andata e ritorno e durante l’escursione a Paestum

– Le escursioni guidate come da programma

– Uso della spiaggia attrezzata (ombrellone + 2 lettini)

– Assicurazione medico bagaglio

La Quota non Comprende:

  • Le mance, gli extra in genere, eventuali imposte di soggiorno, ingresso a Musei e/o monumenti, le escursioni facoltative e tutto quello non compreso alla voce “La Quota Comprende”.

 Hotel Baia delle Sirene

L’ Hotel Baia delle Sirene sorge a Marina di Camerota è situata a 600 mt dal centro di Marina di Camerota ed a 100 mt dalla spiaggia attrezzata con n° 1 ombrellone + 2 lettini a camera. Ristorante a buffet con ampia scelta di specialità locali; acqua mineralizzata e vino in caraffa inclusi ai pasti. È previsto anche un “Angolo per Celiaci” e menu per bambini. Ricevimento con custodia valori, ristorante con ampia sala interna con ventilazione a soffitto e terrazza esterna vista mare, 2 bar, boutique/bazar, minimarket con generi di prima necessità e alimenti per bambini, per celiaci e animali, sala tv/convegni. Guardia medica a 4 km.

Servizi pagamento: noleggio gommoni, centro diving con moderne attrezzature ed ampia scelta di corsi A.R.A. e apnea.

Tessera Club

Include uso della piscina con annessa vasca idromassaggio e solarium, palestra attrezzata, 3 campi in erba sintetica di cui 2 da tennis e 1 polivalente calcetto/pallavolo, corsi collettivi di tennis, canoa, nuoto, danza, aerobica, tornei sportivi settimanali di calcetto, pallavolo, tennis e di carte, animazione diurna e serale, mini club 4/12 anni ad orari stabiliti con assistenza di personale specializzato, organizzazione di giochi, gare, feste, tornei sportivi e programmi particolari, junior club 12/16 anni con assistenza di un animatore che organizza attività sportive e di aggregazione.

Camerota, il paese della crudele Kamaratòn.

Secondo una leggenda, Palinuro, il nocchiero di Enea, costeggiando le coste del Cilento, s’invaghì di una bellissima fanciulla di nome Kamaratòn. Ella non ricambiò l’amore di Palinuro che disperato, la inseguì nel fondo del mare, perdendo così la vita. Venere, dea dell’amore, sdegnata per la crudeltà di Kamaratòn, la trasformò in roccia… l’attuale sperone su cui sorge l’abitato di Camerota Capoluogo, condannandola a guardare in eterno il suo amante respinto. Più realisticamente, pare che Camerota sia stata fondata nel VI secolo a.c. dai Focesi. Con certezza si sa che la cittadella si sviluppò intorno ad un castello fortificato negli anni 535-553. Pur essendo una città fortificata fu occupata e saccheggiata più volte dai pirati saraceni.

La frazione costiera Marina di Camerota, è una località di villeggiatura molto rinomata. La località Cala Bianca è stata eletta una delle più belle spiagge d’Italia. Oltre alle bellezze naturalistiche, diverse le chiese e le cappelle disseminate sul territorio. Inoltre è possibile ammirare i ruderi del castello medievale nei pressi del quale si trova il teatro Kamaraton, unico nel Cilento se non in tutta Italia per via della sua peculiarità: il teatro è interamente costruito con fossili di selce. Di grande interesse la zona archeologica di Marina di Camerota, con le sue grotte preistoriche, di recente valorizzate.

Cala Bianca eletta la spiaggia più bella d’Italia

Il Cilento

Terra ospitale di innegabile bellezza, ricca di eccezionali testimonianze storiche ed archeologiche, aree verdi e coste affacciate su un mare tra i più puliti d’Italia. Questo è il Cilento, l’area più bella della regione campana, con un litorale in parte ancora selvaggio segnato da spiagge dorate, calette e scogliere; paesi caratteristici annidati tra colline e montagne; affascinanti borghi che profumano di mare e un rigoglioso Parco Nazionale, vero e proprio “santuario della natura” e “paesaggio vivente” protetto dall’Unesco.

In questi luoghi la Magna Grecia incontra la dieta mediterranea, i miti antichi si intrecciano a quelli moderni, l’azzurro del cielo si confonde con quello del mare in un susseguirsi di splendide vedute scenografiche. Dai templi di Paestum alle fortezze costiere, dalle rovine di Velia al monastero di San Lorenzo, dal mito di Palinuro ad Hemingway, da Punta Licosa alle Dolomiti del Sud, il Cilento riserva sorprese stupefacenti. Si fa presto a restare affascinati da questo territorio magico, così variegato e allo stesso modo autentico, straordinario luogo di vacanza e relax che ammalia il visitatore come la sirena Leucosia ammaliò Ulisse.

Velia / Elia

Gli scavi di Velia per i romani o Elea per i greci rappresentano uno dei gioielli del Parco Nazionale del Cilento e del Vallo di Diano. I resti di questa antica città si trovano nel territorio di Ascea Marina, importante località balneare situata tra Agropoli e Palinuro. La felice posizione geografica di Velia (Elea), situata al centro delle antiche rotte commerciali tra Grecia ed Etruria la rese molto ricca e potente. I suoi scavi oggi arricchiscono l’offerta di turismo balneare del Cilento costiero.

Uno degli elementi di richiamo di questi scavi è la famosa Porta Rosa, unico esempio di arco greco del IV secolo, un vero gioiello dell’architettura dell’epoca.

L’antica città di Elea, che deriva il suo nome dalla sorgente locale Hyele, fu fondata intorno al 540 a.C. da un gruppo di esuli provenienti dalla città greca di Focea, nell’attuale Turchia, occupata dai Persiani. La città raggiunge un periodo di grande sviluppo in età ellenistica e in gran parte dell’età romana (fine IV a.C. – V sec. d.C.), quando il suo nome viene modificato in Velia. Con il Medioevo l’abitato si ritira sull’Acropoli, dove viene costruito un castello. Le strutture architettoniche della città antica sono immerse in una vasta area di macchia mediterranea e di rigogliosi uliveti costituendo uno splendido connubio tra archeologia e natura.

Il percorso di visita, dotato di pannelli didattici, comincia dalla città bassa, dove gran parte degli edifici risalgono all’età ellenistica e romana. Il vialetto d’ingresso costeggia la cinta muraria, lunga 5 km., costruita già nel VI sec a.C. Davanti alle mura è una necropoli di età imperiale (I –II sec. d.C.) di cui sono visibili sepolture individuali e recinti funerari all’interno dei quali si raccoglievano diverse deposizioni. L’accesso vero e proprio alla città avviene attraverso Porta Marina Sud che è protetta da una torre quadrangolare di cui è possibile distinguere due fasi costruttive: la prima della prima metà del V sec. a.C. riconoscibile dai blocchi parallelepipedi di arenaria posti nella parte bassa, la seconda, databile al III sec. a.C., per cui sono stati usati blocchi in conglomerato. Percorrendo via di Porta Marina, a destra si può vedere un edificio pubblico, costituito da un criptoportico a tre bracci, databile all’età età augustea (31 a.C. – 14 d.C., con rifacimenti nel corso del II sec. d.C.) che è stato variamente interpretato come palestra, scuola medica o come un sacello del culto imperiale visto il ritrovamento di numerose erme e statue dedicate a medici locali e di teste ritratto della famiglia imperiale.

L’isolato a sinistra di Porta Marina ha, invece, un carattere abitativo e commerciale ed è costituita da almeno quattro domus di età imperiale. Svoltando a destra si prosegue verso la Masseria Cobellis dove è venuta alla luce un raffinato edificio di carattere pubblico di età medio-imperiale contraddistinto da un impianto scenografico, su due livelli, e da un’accurata ricerca delle simmetrie. Lungo l’asse centrale dell’edificio, infatti, si disponevano un ninfeo e una vasca delimitate da rampe di scale in laterizio e rivestite con lastre marmoree parzialmente conservate. Ritornando verso Porta Marina si costeggiano due isolati di età ellenistica e tardo – imperiale. Percorrendo la via di Porta Rosa, possiamo visitare le Terme Adrianee (II sec. d.C.) dove sono visibili vari ambienti del calidarium e la sala del frigidarium, decorata da uno splendido mosaico con tessere in bianco e nere che raffigurano animali e mostri marini.

Continuando la salita a destra troviamo, invece, la cosiddetta “agorà” di recente interpretata come un santuario dedicato ad Asclepio, divinità medica e guaritrice, che si distribuisce su almeno tre livelli di cui quello inferiore presenta un ampio corpo rettangolare, circondato su tre lati da un porticato e decorato all’ingresso con una fontana. L’edificio pubblico, datato al II sec. a.C., usufruiva dell’acqua della sorgente Hyele che troviamo più in alto, dove in età ellenistica viene costruito un complesso termale di cui si conservano un ambiente riscaldato in cui sono visibili i sistemi di conduzione del vapore, un’ampia vasca di forma rettangolare per il bagno caldo e un vano per piccole vasche di terracotta, destinate al bagno individuale in posizione seduta.

La via di porta Rosa arriva in una grande gola che permetteva il passaggio verso il Quartiere meridionale non ancora esplorato. Salendo verso l’Acropoli, si trova il più antico abitato di Velia (VI sec. a. C.), di cui sono visibili i resti di abitazione allineate lungo una strada, abbandonato ed obliterato nel V sec. per permettere di costruire edifici pubblici, civili e religiosi. Sull’acropoli sono parzialmente conservati un teatro, costruito in età romana sui resti di un altro più antico, un tempio. Gli edifici dell’acropoli sono stati danneggiati nel medioevo quando viene costruito un castello. Di questo periodo si conservano la Torre angioina, resti di mura e due chiese, la cappella Palatina e la chiesa di Santa Maria.

Paestum

Paestum può essere descritta come un paesino racchiuso in delle mura. Esso è infatti immerso in una vasta area archeologica all’interno della quale si trovano scavi, templi, Chiese, antiche case ed ovviamente un immancabile museo che racchiude tutti gli oggetti trovati negli anni durante gli studi e gli scavi archeologici della zona. Ecco le cose imperdibili da vedere a Paestum.

1 – Le Mura di Cinta

Come abbiamo già detto, Paestum è racchiusa e protetta da delle mura. Si tratta infatti di una possente cinta muraria alta 7 metri e lunga 4,7 km che si colloca tra le meglio conservate di tutta la Magna Grecia. Lungo le mura si contano ben 28 torri, 4 porte d’accesso principali e 47 piccole aperture utilizzate al tempo come ingressi secondari e d’emergenza.

2 – Museo Nazionale

Il Museo Nazionale di Paestum nasce nel 1952 per il bisogno di raccogliere tutto il materiale archeologico proveniente dagli scavi che mostra l’alto livello artistico della civiltà greca. Tra gli oggetti presenti nel museo vi sono vasi in bronzo ed in terracotta, armi e strumenti musicali.

3 – La Basilica Paleocristiana

È un’antica Chiesa risalente al V secolo dopo Cristo restaurata più volte nel corso degli anni. Negli ultimi restauri si è dovuto scavare per oltre due metri sotto terra per poter trovare il pavimento antico della Basilica ed oggi vi si accede scendendo una scalinata.

4 – L’Anfiteatro

Nella Paestum romana non poteva mancare l’anfiteatro, da sempre elemento caratteristico dell’Antica Roma. Questo anfiteatro risale al 50 avanti Cristo ed è visibile solo in parte perché il resto si trova sotto sotto terra.

5 – Tempio di Athena

Questo tempio è stato dedicato ad Athena verso la fine del VI secolo avanti Cristo e consiste in un affascinante insieme di pietre e colonne unite perfettamente. Nei primi anni del ‘700 alcuni visitatori sostennero che il tempio era stato edificato per Cerere mentre negli anni successivi fu addirittura utilizzato come stalla.

6 – Il Foro

Altro elemento caratteristico delle città dell’Antica Roma era il Foro, il cuore pulsante della vita cittadina. Il Foro di Paestum contiene edifici di rilevante importanza per la città, quali la curia, il carcere ed il comitato.

7 – Le Case

Attualmente sono stati riportati alla luce 8 isolati formati da case di varie dimensioni risalenti al periodo romano. Si possono osservare case ricche ma piccole come la “Casa con impluvio in marmo” e case enormi come la “Casa con piscina”, tutte formate da pavimenti ornamentali e varie stanze.

8 – Tempio di Hera

È il più antico tempio di Paestum. Risale infatti al 550 avanti Cristo, ma inizialmente venne considerato una basilica romana. In seguito i ritrovamenti di oggetti donati ad Hera, la moglie di Zeus, dimostrarono il contrario e si risalì alla reale creazione del tempio.

9 – Tempio di Nettuno

È uno dei 3 tempi meglio conservati dell’Antica Grecia. Esso risale al V secolo avanti Cristo e venne erroneamente attribuito a Nettuno anche se in realtà si pensa che fosse stato dedicato ad Apollo. Per mancanza di certezza, il tempio mantenne l’attuale denominazione.

10 – La Tomba del Tuffatore

La Tomba del Tuffatore è senza dubbio il pezzo forte della collezione racchiusa all’interno del Museo Nazionale. Si tratta di un esempio di pittura greca, molto bello quanto raro, che abbellisce una tomba raffigurando il tuffo simbolico che il defunto ha fatto dal regno dei vivi a quello dei morti gettandosi nel monumento.

                              Pianta della città di Paestum

 

1 Tempio di Athena

2 Santuario romano

3 Bouleuterion

4 Anfiteatro

5 Gymnasium

6 Tempio della pace

7 Ekklesiasterion

8 Larario

9 Foro di Paestum

10 Terme del foro

11 Teatro italico

12 Macellum

13 Giardino romano

14 Quadriportico

15 Piscina ellenistica

16 Casa con peristilio

17 Tempio di Nettuno

18 Tempio di Hera

19 Cintura muraria

20 Porta Sud

Castellabate

In un angolo di Campania in provincia di Salerno immerso nella natura e dove la vita è ancora soggetta ai ritmi lenti che un tempo scandivano la quotidianità che, lungo la costa, era spesso dedita alla pesca nel Golfo di Salerno. In questa cornice si trova Castellabate, un gruppo di borghi che avrai visto in TV nel film Benvenuti al Sud, dove un cittadino milanese, impiegato postale, superando pregiudizi e credenze del nord, si innamora perdutamente di questo piccolo gioiello affacciato sul mare.

La Certosa di San Lorenzo (Padula)

La Certosa di San Lorenzo è il più vasto complesso monastico dell’Italia Meridionale nonché uno dei più interessanti in Europa per magnificenza architettonica e copiosità di tesori artistici.

I lavori di costruzione iniziarono nel 1306 per volontà di Tommaso Sanseverino, conte di Marsico e signore dei Vallo di Diano, e proseguirono, con ampliamenti e ristrutturazioni, fino al XIX secolo. Dell’impianto più antico restano nella Certosa pochi elementi: tra questi si ricordano lo splendido portone della chiesa datato al 1374 e le volte a crociera della chiesa stessa. Le trasformazioni più rilevanti risalgono alla metà del Cinquecento, dopo il Concilio di Trento. Seicenteschi sono gli interventi di doratura degli stucchi della chiesa, opera del converso Francesco Cataldi. Del Settecento sono invece gli affreschi e le trasformazioni d’uso di ambienti esistenti. I Certosini lasciarono Padula nel 1807, durante il decennio francese del Regno di Napoli, allorché furono privati dei loro possedimenti nel Vallo, nel Cilento, nella Basilicata e nella Calabria. Le ricche suppellettili e tutto il patrimonio artistico e librario andarono quasi interamente dispersi e il monumento conobbe uno stato di precarietà e abbandono. Dichiarato monumento nazionale nel 1882, la Certosa è stata presa in consegna dalla Soprintendenza per i Beni architettonici di Salerno e nel 1982 sono cominciati i lavori di restauro.

La corte esterna è costituita da un grande cortile rettangolare intorno al quale erano ospitate buona parte delle attività produttive. L’originaria veste cinquecentesca, realizzata in pietra locale e rigidamente scandita dall’ordine dorico delle colonne binate, fu arricchita in epoca barocca con statue e pinnacoli. Il chiostro della Foresteria, tardomanierista, è composto da un portico con fontana al centro e da un loggiato dal quale si eleva la torre dell’orologio. La loggia è ornata con pitture seicentesche.

La Chiesa, a navata unica con cinque cappelle sul lato destro è divisa in due zone da una parete. Due sono anche i cori. L’altare maggiore, in scagliola e madreperla, viene attribuito a G. D. Vinaccia (XVII sec ca.). La Chiesa è decorata con stucchi dorati di gusto settecentesco che vanno a sovrapporsi ad una struttura sicuramente trecentesca.

Accanto alla serie di suggestive cappelle laterali, si trovano la Sala del Capitolo, ricca di stucchi settecenteschi, e la Cappella dei Tesoro, che costituiva una sorta di cassaforte dove probabilmente veniva custodito e protetto il ricchissimo arredo della chiesa. Nella Cappella del Fondatore, collocata in un angolo del chiostro, si può ammirare l’altare in scagliola. La cucina, frutto di quella febbrile attività settecentesca che stravolse significativamente gli ambienti del monastero, era probabilmente un refettorio riadattato. Affreschi un po’ offuscati dal tempo e dai fumi della cucina decorano la volta a botte. Da ammirare i tavoli di lavoro in pietra e la cappa enorme al di sotto della quale è collocato, sui fuochi utilizzati di solito, l’antico bollitore. Il refettorio è una sala costruita nei primi decenni dei XVIII sec. di forma rettangolare. Il chiostro dei procuratori, è composto da un portico al piano terra e da un corridoio finestrato al piano superiore: qui erano gli alloggi dei procuratori, mentre in basso era situato il refettorio dei monaci conversi. Una fontana in pietra con delfino e animali marini si trova al centro del chiostro.

La Biblioteca, un vasto ambiente che conserva il pavimento maiolicato e le decorazioni del soffitto, custodiva decine di migliaia tra libri, codici miniati, manoscritti, di cui in Certosa resta oggi solo una piccolissima parte, circa duemila volumi. Varcata la soglia, ci si trova di fronte alla scala elicoidale che conduce dolcemente all’antisala della biblioteca. È una scala in pietra, raccordata unicamente da un cordolo ricavato negli stessi scalini, culminante in una balaustra anch’essa in pietra.

Il chiostro grande, con i suoi quasi quindicimila metri quadrati di superficie, risulta essere tra i maggiori in Europa. La costruzione fu avviata nel 1583 rifacendo sostanzialmente un chiostro preesistente. Il Chiostro si sviluppa su due livelli ed al centro è collocata una bella fontana a forma di coppa, realizzata in pietra e datata al 1640.

Lo scalone ellittico a doppia rampa, l’ultima opera che i padri riuscirono a vedere realizzata prima delle soppressioni francesi, unisce i due livelli del chiostro grande. Un’opera che appare come un maestoso elemento scenografico illuminato dai suoi sette grandi finestroni che spaziavano sul paesaggio circostante. Il grande giardino della clausura corrisponde in minima parte alla sistemazione settecentesca, soprattutto a causa degli interventi effettuati durante le due guerre mondiali per la costruzione dei ricoveri dei prigionieri.

Il Comune di Pollica:

Acciaroli e Poppi

La frazione più conosciuta è Acciaroli, borgo costiero diviso tra vocazione turistica e passione per la pesca, risorse ambedue vitali per lo sviluppo economico locale. Molto nota grazie alla bellezza del mare e alla funzionalità del suo porto sempre in attività anche nel periodo invernale, Acciaroli vantava tra i suoi estimatori anche lo scrittore Hemingway che qui ha soggiornato per un lungo periodo e pare abbia preso lo spunto per il suo famoso romanzo “Il vecchio e il mare” da un anziano pescatore.

Il comune di Pollica si estende su un territorio che include anche la marina di Pioppi con il Museo del Mare nel Palazzo Vinciprova (metà del XVII secolo). Il museo ospita il Centro di Informazione sui problemi del mare, composto da acquari allestiti a fine didattico, con organismi tipici del Mar Tirreno, e vetrine che espongono collezioni osteologiche di animali marini, collezioni malacologiche, algologiche, tassidermiche di animali marini.

Palinuro

Palinuro è una località di mare famosa in tutta Italia fin dagli anni ’60. Capo Palinuro, un promontorio proteso nel mare con la sua originale forma a pentadattilo, è uno dei tratti di costa più belli dell’intera Campania, con le sue rocce che cadono a picco nel mare da oltre 50 metri.

Tra le mille spaccature nelle rocce, sopra cui svetta il faro di Capo Palinuro, nidificano numerose varietà di uccelli e crescono piante e fiori tipici del clima mediterraneo. Il tratto dio di strada che da Palinuro porta a Marina di Camerota, offre un paesaggio unico al mondo; la Spiaggia del Mingardo.

Diversi Km proseguono verso il famoso Arco Naturale e continuano con una spiaggia dall’acqua cristallina coperta alle proprie spalle prima da una pineta poi da grotte e archi

Gita in battello

Durante la nostra vacanza in CILENTO non possiamo perdere, assolutamente, l’occasione di visitare le SPIAGGE e le GROTTE più belle della costa, molte delle quali raggiungibili solo via mare.

Possibilità di due alternative:

1° Alternativa

Tour in barca lungo il promontorio di Capo Palinuro con imbarco dal Porto di Palinuro:

Prima sosta alla Finestrella

Seconda sosta alla Stazione Meteorologica

Terza sosta allo Scoglio del Coniglio

Quarta sosta all’Arco Naturale

Quinta sosta alla Baia del Buon Dormire (sosta per il bagno di 30 minuti)

 

2° Alternativa

Tour in barca lungo la costa di Marina di Camerota con imbarco dal Porto di Camerota

Prima sosta alla Grotta degli Innamorati

Seconda sosta alla Grotta Azzurra

Terza sosta alla Cala Monte di Luna

Quarta sosta alla Grotta della Cattedrale

Quinta sosta alla Grotta e Spiaggia del Pozzallo

Sesta sosta Sorgente di Santa Caterina

Settima sosta alla Spiaggia Cala Bianca

Ottava sosta alla Grotta del Toro

Nona sosta alla Grotta e Porto degli Infreschi

N.B.

La scelta di una delle due escursioni in barca, sarà presa in loco, in funzione delle preferenze dei Sig.ri partecipanti ed in funzione delle previsioni meteo.

 

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